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Angelo Benuzzi |
Harry Harrison, Deathworld e la Russia
Pubblicato da Il futuro ¨ tornato in 01/02/2013
Posted in: Approfondimenti. Tagged: Deathworld, Deathworld -
Aliens in Mind, Eksmo, Eurocon-2008, Harry Harrison,
Interpresscon, Leonid Shkurovich, Maria Zhukova. 4 commenti
Introduzione.
Nelle scorse settimane stavo facendo delle ricerche per un pezzo
su Harry Harrison e una delle curiosit che ¨ emersa ¨ la
continuazione in Russia della serie di Deathworld, romanzi mai
tradotti al di fuori del mercato russo. Sono riuscito a
contattare l'autore di uno di questi testi, Mikhail Akhmanov,
che si ¨ dimostrato gentilissimo e prodigo di informazioni. Di
seguito un articolo pubblicato nel 2008 in Russia a proposito
dell'ultima visita di Harrison a San Pietroburgo. [Angelo
Benuzzi]
Harry Harrison - il nostro scrittore russo
L'articolo ¨ stato scritto nell'ottobre 2008 e aggiornato nel
dicembre 2012
Harry Harrison at the "Eurocon-2008? convent, May 2007, hotel
"Lesnye Dali", Moscow area
Nessun dubbio, Harry Harrison ¨ un membro della comunit russa
della narrativa fantastica; viene regolarmente alle nostre
convention e, come critici letterari competenti mi hanno
informato, ¨ persino pié popolare tra i lettori russi che non
tra gli americani. Gli siamo molto affezionati. Durante il
periodo sovietico il suo romanzo "Deathworld" (in Italia
"Pianeta impossibile", NdT) fu incluso nella "Libreria della
Fantasy moderna (1965-1973)", una edizione celebrativa. I soli
autori di lingua inglese presenti con i loro romanzi completi
erano Asimov, Bradbury, Clarke, Simak, Wyndham e, naturalmente,
il nostro Harry Harrison. Abbiamo dimostrato di stimarlo tanto
quanto loro, forse di pié dal momento che nessuno in Russia ha
scritto seguiti a "Goblin Reservation" di Simak (in Italia "La
riserva dei folletti", NdT) o a "Fondazione" di Asimov, mentre
"Deathworld" di Harrison ha avuto quattro "seguiti".
Harry Harrison signing his books
Ho incontrato Harrison per la prima volta nel 1998 o nel 1999 a
una delle nostre convention "Interpresscon" che teniamo
attualmente a San Pietroburgo. Fummo anche fotografati insieme,
anche se Harrison non poteva immaginare che la persona vicino a
lui fosse Mikhail Akhmanov, il suo futuro coautore. Lo stesso
per me, non ne avevo idea. A quella convention ebbi
l'opportunit di ascoltare il suo discorso e fui impressionato
dalla formula dello scambiato mutualmente benefico tra lui e i
russi: "Io scrivo libri e voi li leggete. Voi fate la vodka e io
la bevo". Ammirai la profondit del suo pensiero.
Harry Harrison signing his books
Ma in un anno o due lo scambio culturale fu trattato in un senso
pié ampio: "Eksmo", la pié grande casa editrice in Russia, firmâ
un contratto con Harrison per dare la possibilit ad autori
russi di creare quattro seguiti per la serie "Deathworld" che
dovevano portare nei titoli due nomi: Harrison e il nome di un
autore russo. Per metterla chiara, Harrison vendette il suo
nome. Mi successe di leggere commenti arrabbiati in Rete, si
diceva che non era giusto che un autore di cos¬ alto profilo,
con la sua popolarit tra i fan, facesse una cosa simile.
Secondo me, nessuno poteva criticarlo: l'autore ha il diritto di
disporre dei suoi libri, del suo nome e della sua fama. Per
quanto mi riguarda, sono grato dell'opportunit di continuare la
sua serie "Deathworld", la mia preferita tra i suoi libri.
Harry Harrison and Mikhail Akhmanov
La storia andâ come segue. Per come me lo ricordo, nel 1997
Leonid Shkurovich, il capo dipartimento fantasy per "Eksmo", mi
sugger¬ di prendere parte a un progetto, l'essenza del quale
sarebbe rimasta segreta fino a quando non avessi acconsentito.
Essendo troppo occupato in quel periodo declinai l'offerta, cosa
di cui mi sono sempre dispiaciuto in seguito. Shkurovich voleva
fare il mio bene e quello dei lettori e io mancai l'occasione.
In seguito incontrai ancora Shkurovich e in quelle occasioni il
soggetto delle nostre discussioni fu pié definito. Per allora
tre seguiti della serie originale "Deathworld" erano gi stati
scritti, pubblicati ed esauriti, il loro successo diminuiva con
ogni libro. Diedi un'occhiata a quei tre romanzi, vidi che erano
lavori di bassa qualit e decise che non potevo continuare dal
risultato della collaborazione Harrison-Skalandis. L'editore mi
fecero un favore, furono d'accordo con la mia idea di basare il
nuovo seguito sul lavoro orginale di Harrison. Cos¬ venne creato
il romanzo "Deathworld. Aliens in mind". Mentre scrivevo questo
libro non ebbi contatti con Harrison e non potei avere i suoi
consigli ma cercai di mantenere e sostenere lo spirito dei suoi
libri. Sono molto felice che il mio romanzo sia stato un
successo. Mi piace ricordare che "Eksmo" pubblicâ "Deathworld -
Aliens in Mind" tra il 2001 e il 2003, ha avuto tre ristampe,
32.000 copie in totale ma non ¨ pié stato ripubblicato da
allora.
Naturalmente, date la storia di questo libro decisi che sarebbe
stato bene presentarlo al signor Harrison. La mia buona amica
Maria Zhukova, una filologa che ha piena conoscenza
dell'inglese, tradusse met del romanzo e io lo consegnai al
signor Harrison durante la sua visita a "Eurocon-2008?, la
convention che si tenne nel maggio 2008 a Mosca.
Mikhail Akhmanov waiting to present Harry Harrison their co-
authored book
A questa convention Harry Harrison diede una conferenza stampa
davanti a circa trecento persone. Il signor Harrison, a 83 anni,
con i suoi interpreti prese posto in una grande sala e continuâ
a rispondere alle domande dei fan per pié un'ora e mezza.
Ammirai la sua energia: naturalmente si muoveva con qualche
difficolt ma diede le sue risposte pungenti in modo forte e
chiaro, fino a sfinire i suoi interpreti. Non racconterâ delle
domande e delle risposte ma ci fu un episodio divertente che
voglio ricordare. Ad Harrison non piacque una domanda fatta da
una signora veramente petulante, cos¬ senza alzarsi dalla sua
sedia stese la sua mano in maniera maestosa e annunciâ: "Da qui,
nessun altra domanda!". Avrebbe potuto dire "Stia zitta
signora!" allo stesso modo. Davvero non era tenero con il suo
pubblico.
Come calâ il sipario il signor Harrison cominciâ a firmare i
suoi libri. I nostri librai misero in vendita le edizioni pié
costose e si vendevano come il pane. Gente con pacchi di libri
si affrettâ verso il palco e formâ una lunga fila. Harrison
lavorâ duramente, dopo aver firmato libri per mezz'ora fu deciso
di muoversi in un'altra grande sala vicino all'atrio dove furono
disposti tavoli e sedie. Harrison e il suo interprete presero
posto, dietro di loro i fotografi e io come suo coautore.
The interpreter explains to Harry Harrison that Akhmanov's gift
is "Deathworld. Aliens in mind" in English
La coda non si accorciâ dato che la gente voleva che Harrison
firmasse diversi libri comprati per loro, per i loro amici e i
vicini. Ammirai la resistenza di Harrison e il suo rispetto per
i lettori: nella stima pié prudente firmâ circa mille libri quel
giorno. E non mise semplicemente la sua firma, ma chiese il nome
del destinatario, se lo fece tradurre in inglese e solo allora
lo scriveva sulla pagina. Era ovviamente stanco ma fino a quando
arrivarono persone con i suoi libri rimase dov'era.
Uno degli ultimi ad avvicinarsi ad Harrison fu un buffo giovane
fotografo. "Come devo firmarlo?" - chiese il signor Harrison -
"A Behemoth", disse guardando Harrison con l'emozione con cui
avrebbe potuto guardare alla sua amata nonna. Harrison non cap¬
e ripet¨ la domanda. "Ippopotamo", spiegâ l'interprete ma il
giovane, anche se impaziente di avere l'autografo, scosse
violentemente la testa. "No, non ippopotamo. Behemoth. Be-he-
moth. E' il mio soprannome". Cos¬ Harrison firmâ il libro,
compitando Behemoth come Begemot (la traslitterazione russa)
lettera per lettera. Il ragazzo era emozionatissimo, si chinâ
sul tavolo e baciâ Harrison su entrambe le guance. "Sei dei
nostri!" continuava a ripetere, lacrime agli occhi. Alcuni dei
presenti all'inizio fotografarono con entusiasmo la scena poi
fecero del loro meglio per allontanare il ragazzo da Harry
Harrison.
Harry Harrison, the typescript in hand, promises to read it.
Passâ circa un'ora, gli autografi erano stati fatti e io
consegnai il mio manoscritto ad Harrison. Era molto stanco ma
sembrava veramente interessato; prese il testo, il disco e
l'appunto con il mio indirizzo. Disse che lo avrebbe letto ma
purtroppo non ricevetti nessuna risposta da lui. Potrebbero
esserci centinaia di ragioni: forse negli ultimi anni della sua
vita non aveva tempo per me e quanto si hanno pié di ottanta
anni i problemi di salute sono inevitabili. Non me la presi per
il suo silenzio. Se arriverâ alla sua et (come spero) scriverâ
diversi libri in questi venti anni e non voglio offendere chi
legge solo in inglese.
Recentemente ho ricevuto notizie pesanti dal mio amico Robert
Silverberg: mi ha informato che Harry Harrison se ne ¨ andato.
Silverberg mi scrisse che Harry Harrison fu il suo primo editore
e che sono stati amici per sessant'anni.
Tempus fugit:
http://ilfuturotornato.com/2013/02/01/harry-harrison-deathworld-
e-la-russia/
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